La fine dell'Europa

Lo avevamo scritto mesi fa e puntualmente si sta verificando. L'Ucraina rappresentava un banco di prova per la traballante Europa mai nata veramente e dimostratasi un agglomerato di interessi finanziari ed economici.

Mentre a Maidan per la prima volta dal dopoguerra la gente moriva per i principi fondatori dell'Europa, a Bruxelles si continuava a discutere di crescita e banche. Putin (che di tutto si può dire meno che sia uno sprovveduto) aveva capito che era arrivato il momento di agire e di mettere in atto il progetto pensato anni prima, conquistare l'Europa.

Così gia a marzo in piena annessione della Crimea rilasciava interviste nelle quali sosteneva che la dissoluzione dell'URSS fu un grosso errore provocato da "traditori interni" quali Gorbaciov. Poco dopo lo stesso Gorbaciov veniva iscritto nel registro degli indagati della Procura di Mosca con l'accusa di alto tradimento. Putin non ha mai fatto mistero di voler ricreare l'URSS 2.0 e se pensiamo che gli ex Stati satellite di Mosca non sono per niente daccordo, chiunque può immaginare che l'unica via sarà quella con la forza.

Il lavoro ai fianchi di Putin è un lavoro subdolo, tende a logorare gli avversari. Ha la necessità di dividere l'Europa per due motivi principali. Il primo è che un Europa unita militarmente ne uscirebbe vincitrice dal confronto armato con la russia il cui esercito seppure grande è formato in gran parte da truppe poco addestrate e poco disciplinate. Il secondo è che comunque necessita di alcuni stati (quali Italia, Germania e Francia) per la sua economia e per avere ancora interlocutori in grado di acquistare grandi quantità del suo gas, fattore determinante per la stessa sopravvivenza della Russia il cui PIl è legato al 40% dalla vendita del gas.

E' un lavoro che necessita tempo ed è per questo che sinora ha giocato al gatto con il tipo in Ucraina, mai affondando decisamente il colpo, provocando ogni giorno ed alzando sempre più la posta. Il suo rilancio in questa partita a poker non è mai stato l'ALLIN ma sempre poco di più. Ad ogni suo rilancio c'è uno Stato dei 28 che si muove a piccoli passi nello scacchiere e ogni giorno che passa la frattura nella vecchia Europa è sempre più evidente.

Da una parte i paesi Baltici con la Polonia e la Svezia i quali esssendo i prossimi target sanno quale perciolo stanno correndo ed hanno una posizione ferma contro la russia, poi a questi si deve aggiungere l'Olanda che ha subito l'affronto dell'abbattimento di un'aereo da parte dei russi e l'Inghilterra che in qualche modo ambisce a riappropriarsi di un ruolo internazionale che negli ultimi anni è un pò scemato. Poi c'è la Romania il cui Presidente (in crisi di consensi interni) ha preso una posizione fortemente antirussa, la Moldavia che però i russi li ha gia in casa e che poco potrebbe in uno scontro armato.

Sul fronte Putiniano si può annoverare la Germania le cui contiguità culturali di Frau Merkel ex agente della STASI nella DDR sono evidenti, l'Italia che da sempre sta alla finestra per capire chi è il più forte ed allearsi, la Francia che con perfetto cinismo condanna l'invasione russa ma gli vende due navi da guerra con le quali i russi potranno meglio ammazzare gli Ucraini ed un Presidente che sa bene di avere un fronte interno putiniano molto forte rappresentato da Marine Le Pen la quale potrebbe utilizzare anche la questione Ucraina per puntare all'Eliseo alle prossime presidenziali.

Anche a livello politico Putin è stato bravo ad utilizzare in Europa parole d'ordine e simboli che hanno fatto presa nel popolino ignorante. Una retorica rispolverata quella dell'antifascismo a cui hanno abboccato i nostalgici europei di Stalin.

fioreSul fronte ideologico in realtà Putin si è affidato ad Aleksandr Dugin, leader del movimento NazionalBolscevico, che teorizza la superiorità del popolo russo sulle altre razze e chiede a gran voce lo sterminio degli Ucraini, razza secondo lui imbastardita e che non ha ragione di esistere. Tali dottrine hanno trovato terreno fertile nel Fronte Nazionale francese di Marine Le Pen, negli Jobbik Ungheresi e nel partito di Orban, nell'ex partito di Haider in Austria, nell'estrema destra neonazista tedesca, belga e olandese. In Italia uno degli alfieri di Putin è Roberto Fiore che tutto gli si può contestare meno che in questi anni si sia fatto promotore dell'antifascismo. Roberto Fiore è stato invitato nella tre giorni che si è tenuta a Yalta (29-31 agosto) una conferenza utile a ridisegnare il nuovo assetto Europeo e la Novorossia. Fiore era l'unico rappresentatnte Italiano.

Ma purtroppo in Italia il fronte politico putiniano è ben più vasto, annovera il M5S di Beppe Grillo, parte di Forza Italia, i partiti dell'estrema sinistra, la Fiamma Tricolore, e negli ultimi mesi convinti sostenitori sono diventati anche i Leghisti di Salvini che hanno addirittura coorganizzato una conferenza di Aleksandr Dugin (sostenuto anche da Nicolai Lilin) a Milano ove era presente anche Mario Borghezio non certo uno degli alfieri della tolleranza e dei principi democratici.

Riprendendo pertanto il motto romano del dividi et impera il alvoro ai fianchi di Putin sta dando buoni risultati. Non appena vedrà che i tempi saranno maturi porterà a compimento il suo progetto. E' una legge della natura, anche il leone prima di aggredire un branco attende sempre che una delle prede sia leggermente appartata.

L'Europa pare non aver capito che questa sarà la sua Waterloo, il suo capolinea definitvo, continuano a parlare di spread e di crescita economica senza accorgersi che attorno a loro oramai è un deserto, vi sono guerre su quasi tutti i confini dell'Europa, a chi dovremmo vendere i nostri prodotti per la crescita ???

E poi una domanda che pochi si pongono... Perchè Putin dopo l'Ucraina dovrebbe fermarsi ??

Ha mai dimostrato Putin di essere un discepolo del Dalai Lama ? La Cecenia, la Georgia non hanno insegnato nulla ? Le dinamiche della guerra in Georgia sono IDENTICHE a quelle della guerra con l'Ucraina eppure sembra che i nostri analisti internazionali (lautamente pagati) non se ne siano accorti, eppure l'esperienza nella storia ha sempre contato molto.

La Merkel sa bene che Putin non si fermerà ma si fida (sbagliando) del patto che ha siglato esattamente 75 anni dopo il patto Molotov Ribbentrop, patto che prevede la riannessione di tutti gli stati dell'est e dei baltici più una fortissima influenza nei Balcani utilizzando la Serbia come piattaforma per il controllo dell'area.

Se l'europa non si sveglia, o meglio non si disfa dei suoi attuali leader che hanno come unica stella polare il profitto, tra qualche mese il problema non sarà più lo spread ma le sirene antiaeree in diversi paesi. Se non assume sull'Ucraina una posizione forte ed unitaria sarà la sua dichiarazione di fallimento, sarà l'ammissione che 28 stati si sono messi insieme non per la condivisione di principi democratici e di giustizia ma meramente per un fattore economico e sappiamo tutti che quando si fa una società se il business non va bene la società si scioglie e ci si cerca un altro partner.

Credo che la sintesi di quanto sostenuto sopra la bbiamo avuta con le nomine del Parlamento Europeo. MOGHERINI e TUSK, vale a dire il bianco e il nero, il polo positivo e quello negativo, l'uno l'opposto (nel senso di visione del futuro) all'altro, sicuramente un bel segnale di "unità" che l'Europa da alla Russia.

Mauro Voerzio

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